Concorso nazionale di idee per la riqualificazione della piazza Attilio Pecile del comune di Roma, municipio VIII (ex. municipio XI)
In collaborazione con Sara Colaruotolo, Manuela Rocchi, Francesca Sperati.
L’area oggetto del presente concorso si colloca in una zona di Roma interessata
da importanti trasformazioni.
Si inserisce, infatti, nell’ampio contesto del Primo Piano Urbano di Roma, il Piano Ostiense Marconi, in un quadrante destinato a diventare una delle principali centralità della Città. In questa ottica quindi, considerando di fatto la stretta vicinanza dell’area di intervento con il futuro Campidoglio Due e con i Mercati Generali, la futura “Città dei giovani”, abbiamo innanzi tutto considerato lo spazio di Piazza Pecile nell’ambito di tali cambiamenti, inserendola nel più ampio contesto urbano pur mantenendone il carattere di centralità di livello locale come punto di aggregazione del quartiere stesso. L’area di intervento comprende parte di via Antonio da Noli, via della Moletta, l’area adibita a parcheggio dei Monopoli di Stato e Piazza Pecile. Lo spazio è tagliato in due da via della Moletta che lo attraversa lungo l’asse Est-Ovest.
Il progetto annulla la cesura interrompendo la viabilità carrabile di via della Moletta, si configura così un organismo dominato dalla componente naturalistica di due collinette di verde, da un ampio spazio pedonale pavimentato in pietra e dalla quinta determinata dall’edificio-facciata anteposto all’attuale parete cieca del fabbricato residenziale di Via della Moletta. La nuova piazza si trova quindi inserita in un nuovo assetto di viabilità circolare che ne enfatizza la natura di “isola pedonale”. Tutta l’idea del progetto si basa infatti sul concetto di uno spazio unico e flessibile, atto ad accogliere le attività degli abitanti, in grado di trasformarsi con le loro esigenze e pensato per accogliere manifestazioni quali mercati, esposizioni temporanee, piccoli concerti o assemblee di quartiere, senza intervenire tramite forti interventi di architettura costruita.
A questo scopo l’idea di un edificio che meglio interpretasse questa volontà, si traduce attraverso un volume dalla forma allungata posto a “diaframma” tra il volume preesistente e il nuovo. L'”edificio – facciata” ridisegna il prospetto mancante del grande fabbricato prospiciente l’area di fronte ai Monopoli, pensato di fatto come una “lavagna vuota” su cui scrivere la nuova idea di Architettura. Nel piano terra si sviluppano i servizi, inseriti in un volume vetrato attraversato da un passaggio pedonale, come se la Piazza entrasse nell’edificio stesso. I piani superiori, serviti da due corpi scala posti nell’intercapedine fra il vecchio e il nuovo edificio, si trovano le residenze, studiate in diverse tipologie per rispondere alle diverse esigenze di modelli di coppie e famiglie moderni. Si alternano, a piani diversi, giardini pensili: polmoni di verde che vivono nell’edificio collaborando al sistema passivo che lo caratterizza.